fbpx

In evidenza - Novità - Prima pagina - Vita e Sport

Il biglietto da visita del tennista:
il servizio

Il biglietto da visita del tennista:
il servizio

Autore: Federica Romani

Il servizio resta, per me, il colpo più difficile ma allo stesso tempo il più importante nel tennis. È dal servizio che inizia lo scambio, e chi ha un buon servizio, potente e preciso, ha già un grande vantaggio.

È il nostro “biglietto da visita”, un colpo che può mettere in difficoltà l’avversario e dettare le sorti della partita.

 

Ma che cosa determina un buon servizio?

La preparazione fisica è fondamentale: il servizio è una concatenazione dinamica e precisa di singoli movimenti; la velocità, la direzione e l’effetto che viene impresso alla pallina determinerà il risultato del vostro colpo.

Il colpo si divide in diverse fasi:

  • lancio della pallina, inizio del caricamento delle gambe e rotazione laterale del busto
  • movimento del braccio – racchetta
  • caricamento del braccio con preparazione all’ impatto con la pallina
  • impatto della palla con la racchetta

Oggi non voglio parlarvi del servizio base, ma voglio soffermarmi su due differenti modalità di servizio:

  • preparazione ampia, come quello di Roger Federer
  • preparazione abbreviata, il classico di Rafael Nadal

Il primo servizio, quello a preparazione ampia, viene utilizzato di meno. La testa della racchetta passa per il basso, prima di essere posizionata sopra la testa, fa quindi una specie di pendolo.

Nel servizio abbreviato la racchetta viene portata subito sopra la testa del giocatore.

La differenza principale è che in quello ampio occorre avere una coordinazione maggiore e, come tutti i colpi del tennis, un’apertura ampia comporta un timing esecutivo più complesso da ottenere.

Nel tennis moderno viene utilizzato maggiormente quello abbreviato, ma se eseguiti nel modo corretto, entrambi i servizi hanno gli stessi risultati.

È una scelta tecnica molto soggettiva, Io preferisco di gran lunga quello ampio, cercando di compiere il movimento completo.

Quando mi esercito sul servizio, dedico un’intera ora (se non di più!) ma poco importa, il tempo passa veloce quando fai qualcosa che ti piace.

Dopo il lavoro, prendo la mia vespa e sfreccio sul campo, il sole tramonta, le luci del campo si accendono e le temperature calano. L’ora è quasi finita ed io sono stanca ma felice. Indosso la mia giacca McKinley, riaccendo la vespa e torno a casa spensierata.

È proprio quello che ci vuole dopo una lunga giornata: scaricare la tensione con quello che più ti piace fare.