Il sogno di un bambino? Diventare calciatore.
Il sogno di una bambina? Diventare una ballerina.

Luoghi comuni ormai desueti che sono rimasti ben radicati in generazioni di genitori che impedivano alla propria figlia di scendere in un campo a giocare a calcio perché il pallone… è sport da maschi.

Il calcio femminile adesso è una realtà e le nostre Azzurre ci hanno appassionato la scorsa estate in occasione dei mondiali.
Le ragazze, non solo le italiane, ma tutte le atlete professioniste o amatoriali che corrono dietro ad un pallone hanno guadagnato il giusto rispetto, ma il processo per arrivare a dove siamo oggi è stato lungo e per nulla facile.

Sapete chi sono le “Signore del Kerr”?
Sono le pioniere del calcio in rosa, le eroine che grazie alla loro passione e testardaggine, diedero vita nel 1917 in Inghilterra ad un movimento divenuto ora realtà.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale, a causa della mancanza di uomini, diverse fabbriche iniziarono ad assumere donne. Una di queste industrie fu la Dick Kerr dove alcune ragazze, durante le pause pranzo, iniziarono a passare il tempo giocando a calcio.
Una passione nata per svago, sfociata nella nascita della prima squadra femminile della storia.

In Italia il Gruppo Femminile Calcistico venne fondato a Milano nel 1930, mentre il campionato nazionale vide la luce nel 1968.
Grazie ad una buona comunicazione e ad una generazione di campionesse, come il capitano della Nazionale Sara Gama, le attaccanti Barbara Bonansea, Cristiana Girelli e il portiere Laura Giuliani per citarne qualcuna, anche il nostro Paese ha finalmente scoperto il calcio in rosa.

Dalle Signore del Kerr ai mondiali di Francia 2019: 102 anni di storia e passione per uno sport che non conosce generi.

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