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Madagascar in bici:
intervista ai Panchinari Jack e Lo Smilzo

Madagascar in bici:
intervista ai Panchinari Jack e Lo Smilzo

Abbiamo imparato a conoscere i nostri amici Panchinari nel mondo con la loro prima impresa indiana, che li ha visti tagliare il traguardo della Maratona di Mumbai. In quell’occcasione li abbiamo sostenuti in qualità di sponsor ufficiale, e ci siamo appassionati così tanto alle loro imprese che abbiamo deciso di affiancarli anche nell’ultima avventura: percorrere il Madagascar in bici, coprendo una distanza di 1000 km in sole 8 tappe!

Grazie ad un filo diretto (nonostante qualche problema di connessione), siamo riusciti a raccontare la loro impresa in tempo (quasi) reale sui canali social di Intersport, appassionandoci tappa dopo tappa all’avventura su due ruote dei nostri panchinari.

Ma ora che sono tornati, facciamoci raccontare qualcosa di più…

 

Panchinari di nome, ma non di fatto: le vostre imprese sportive sono di tutto rispetto! Che rapporto avete con lo sport in generale? 

Jack: Abbiamo sempre fatto sport, fin da quando eravamo piccoli, facciamo entrambi parte di quel grande insieme di ragazzi cresciuti da padri amanti del calcio che avrebbero voluto appunto i figli calciatori… Cosa che, neanche a dirlo, non è poi successa. Credo personalmente di aver spezzato il cuore e infranto i sogni di mio padre a 11 anni quando, già a quei tempi, la media dei minuti per partita in cui mi era concesso scendere in campo era inferiore alla mia media scolastica, già tragicamente bassa. 

Smilzo: Mi è sempre piaciuto lo sport, ma col passare degli anni ho capito, dopo diversi segnali divini, che sono io che non piaccio tanto a lui!

Ovviamente scherzo. In famiglia abbiamo sempre avuto una forte cultura per lo sport e pratico fin da quando ero piccolo.

Insomma, non potrei immaginare la mia vita senza sport!

Crescendo ho provato diverse discipline fino a farlo poi diventare il core della mia vita professionale e lavorativa.

 

Come e perché è nato il format “Panchinari nel mondo”?

Il format “panchinari nel mondo” è nato dall’esigenza di provare a spiegare che lo sport, nella grande maggioranza dei casi, non ha niente a che vedere con l’agonismo a tutti i costi. Lo sport è un’esigenza, la volontà di sentirsi bene e in armonia con il proprio corpo, lo sport è aggregazione, metodo. Personalmente [Jack] ho imparato tantissimo, in ogni aspetto professionale della mia vita trovo un’applicazione diretta del valore del sacrificio che solo lo sport può insegnarti. Lo sport è di chi lo fa, lo sport è per tutti.

Missione Madagascar in bici: qual è il ricordo più bello che vi siete portati a casa? 

Jack: Non dovrei dirlo, ma lo dico lo stesso, il giorno del compleanno della mia ex ero in mezzo alle montagne del Madagascar, prima pausa dopo 30 km di fila, sbuccio un mandarino dolcissimo comprato in questo villaggio di 20 abitanti, mi siedo su un muretto, boccata d’aria…e improvvisamente aveva tutto assolutamente senso. 

Smilzo: Era una sera di metà viaggio, eravamo a Fianarantsoa se non ricordo male.

Ci trovavamo in questo EcoLog, un hotel a zero impatto ambientale senza corrente elettrica. Era buio, molto buio, ma riuscivo a distinguere tutto intorno a me con estrema nitidezza, il che mi spinse a chiedermi “da dove arriva tutta questa luce?”

Alzando la testa, rimasi incantato dalla quantità di stelle che bucherellavano la notte malgascia con la loro luce: era la via lattea che si mostrava in tutto il suo splendore!

Devo ammettere che difficilmente dimenticherò quello scenario! 

 

Per questa impresa sportiva vi eravate allenati? Quanta della fatica avevate previsto, e quanta invece è stata una “dura scoperta”? 

Jack: Ci eravamo allenati, come sempre, qualche salita in bici, tanta bici in palestra e svariati leg days. Ma giuro, non mi aspettavo minimamente una fatica del genere, oltretutto le ore in cui potevamo realmente pedalare erano piuttosto limitate, in Madagascar è inverno e alle 17 il sole ti abbandona inesorabilmente (ovviamente, sperare nei lampioni lungo la strada è fantascienza), insomma, essere tornati a Torino tutti interi è quasi un miracolo.

Smilzo: Allenarsi per la bici è sempre molto impegnativo in termini di tempo e condizioni atmosferiche, diciamo che ormai ero arrivato al punto che quando entravo in palestra la cyclette mi batteva il cinque talmente eravamo diventati amici!

Sicuramente è stata molto dura. Le condizioni avverse che si presentano durante il percorso sono molte, dal clima all’alimentazione, passando per l’altimetria e il vento che di certo non ci hanno reso il compito facile. Ma in fin dei conti possiamo affermare che è stata dura ma non impossibile! Neanche per due Panchinari come noi!

 

Anticipazioni sulla prossima impresa dei Panchinari nel mondo? 

Per quanto riguarda la prossima impresa sportiva, stavamo pensando al Sudamerica, è una parte del mondo che ci manca. Sarete sempre con noi? <3

I video realizzati durante l’impresa potete trovarli nella nostra playlist dedicata.

In attesa di dettagli sulla prossima impresa, ringraziamo i Panchinari per averci regalato anche questa volta emozioni e sorrisi, sempre fedeli al nostro slogan “Sport to the people”!